Elezioni PD: tra incognite e possibilità di flop
14 ottobre 2007, di Redazione Trova-Roma.com
 

Gli elettori di centrosinistra sono chiamati oggi ad eleggere in migliaia di seggi in tutta Italia i dirigenti nazionali e regionali del Partito democratico. Un voto il cui esito sembra già scontato, dato che il sindaco di Roma Walter Veltroni è indicato da tutti i sondaggi come il favorito assoluto al ruolo di segretario, fatto questo che, per come è stata portata avanti la comunicazione riguardante questa nuova creatura politica, fa ammalare questo election day rendendolo privo di contenuti di partecipazione democratica (c’è il forte sentore che tutte le "poltrone" siano già state assegnate).

Ma sulle cosiddette "primarie" — a cui parteciperanno ben 35.000 candidati, un terzo dei quali non iscritti ai Ds, alla Margherita o ad altro partito — pesano comunque due incognite: quante persone andranno a votare e con quale percentuale sarà poi eletto il leader, la cui proclamazione ufficiale è già fissata per il 27 ottobre.

COME SI VOTA

Gli oltre 11mila seggi del Pd sono aperti dalle 7 alle 20 in 7.000 Comuni, grazie a una rete di circa 70mila volontari.

Per votare bisogna avere almeno 16 anni: non importa se si è cittadini italiani, della Ue residenti in Italia o immigrati, ma con il permesso di soggiorno. Per chi è già elettore occorre portare con sé la tessera elettorale, oltre al documento di identità. Per tutti gli altri serve comunque il documento.

Infine, bisogna versare almeno un euro — e non più cinque, come era stato deciso all’inizio — nelle casse del nuovo partito.

I dati degli elettori vengono registrati e al momento di votare bisogna esprimere il consenso a che il proprio nominativo ed i propri recapiti siano inseriti nell’elenco dei partecipanti alla votazione (che non significa essere automaticamente iscritti al Pd), sia pure nel rispetto della privacy.

Per trovare il proprio seggio si può consultare Internet (http://www.ulivo.it/collegi) o chiamare il numero verde 800-231506.

I CANDIDATI

Chi vota, in realtà, non sceglie direttamente il leader tra i cinque candidati-segretari nazionali in lizza — oltre a Veltroni, il ministro della Famiglia Rosy Bindi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, il giornalista-blogger Mario Adinolfi e l’economista Piergiorgio Gawronski (sostenuto da Jacopo Gavazzoli Schettini, che ha poi deciso di ritirare la propria candidatura) — ma una delle liste che li sostengono.

Dalle liste infatti usciranno i nomi dei 2.469 componenti dell’Assemblea nazionale, l’organismo che eleggerà formalmente il leader. Duemilaquattrocento "grandi elettori" sono eletti in Italia, in 475 collegi, mentre 69 vengono eletti dagli italiani all’estero.

Le liste composte al 50% da donne e da uomini, sono "bloccate": gli elettori, cioè, non possono esprimere preferenze. E le liste, per arrivare a piazzare loro candidati nell’Assemblea nazionale, devono superare una soglia di sbarramento del 5% in una singola circoscrizione elettorale (che raggruppa diversi collegi).

Se la lista o le liste collegate a un candidato ottengono subito la maggioranza assoluta dell’Assemblea, il segretario viene proclamato immediatamente. Altrimenti, i "grandi elettori" sono chiamati a votare a scrutinio segreto tra i due candidati meglio piazzati.