Il Pantheon 16 ottobre 2009, di Claudia Mariani
Il Pantheon, letteralmente tempio di tutti gli dèi, è il monumento romano che detiene il maggior numero di primati.
Situato nel Rione Pigna, nel percorso che collega via di Torre Argentina con via della Maddalena, in piazza della Rotonda, nel cuore storico di Roma, questo è il monumento meglio conservato tra tutti quelli dell’urbe. L’ottima conservazione e lo scampato abbattimento tra fine 800 e inizio 900, periodo di rinnovamento radicale del piano urbanistico della città, sono dovuti al passaggio da tempio pagano a chiesa cattolica nel 608, quando papa Bonifacio IV la consacrò, intitolandola alla Madonna e tutti i martiri.
La struttura che noi oggi ancora vediamo, tranne qualche modifica apportata nei secoli, venne fatta costruire da Adriano nel 118-125 d.C., sopra però quella originaria commissionata da Agrippa nel 27 a.C., per celebrare il suo terzo consolato, di cui i resti sono stati rinvenuti a 2 m sotto l’attuale pronao. A testimonianza della committenza di Agrippa anche l’iscrizione “Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta”.
Oltre all’ottima conservazione il tempio gode di un altro primato, ovvero “l’imitazione” di numerose altre costruzioni successive (il British Museum, San Francesco di Paola a Napoli, le ville del Palladio..), causa la forte originalità della struttura, formata da un pronao octastilo, collegato ad una sala su pianta circolare per mezzo di una struttura rettangolare.
Altra peculiarità è la cupola semisferica costruita con grande abilità tecnica in una sola gettata, grazie alle avanzate tecniche ingegneristiche, note della civiltà romana. Originariamente la cupola era rivestita di tegole di bronzo, come l’interno del soffitto del pronao, nel 1600 però molto del bronzo del Pantheon divenne materiale di spoglio per la fabbricazione di otto cannoni destinati a Castel Sant’Angelo, e per le quattro colonne tortili del baldacchino di San Pietro.
Al centro della cupola (diametro di 43,44m) c’è il noto oculo, unico punto luce dell’intera struttura. L’interno della cupola è invece rivestito con un cassettonato in legno di cinque ordini diversi alternati, mentre nella sala si alternano edicole semicircolari e rettangolari, nelle quali si trovano le tombe di personaggi noti, come Raffaello, Annibale Carracci, il musicista Arcangelo Corelli, l’architetto Baldassarre Peruzzi.
Dal 1870 diventò poi sacrario dei re d’Italia con le tombe di Umberto I, Margherita di Savoia e Vittorio Emanuele II.
Questo monumento è dunque il documento della storia “stratificata” di Roma, testimoniando le varie epoche con propri personaggi e nuovi apporti stilistici, che sono rimasti pressoché intatti nel corso dei secoli. Inoltre, essendo allo stesso tempo costruzione pagana e edifico cristiano, un insieme di prodezze tecniche ed artistiche è ancora oggi luogo simbolo per i romani e meraviglia da scoprire per i turisti. |