L’ironia di Totti sul derby: "I punti si fanno con le piccole"
2 novembre 2007, di Redazione Trova-Roma.com
 

La notte del derby, stavolta, è tutta in un racconto senza fiato. Vince la Roma, lo fa senza Totti come il 26 febbraio del 2006, ultimo urrà giallorosso nella stracittadina Capitale. Un brindisi romanista sofferto, a tratti avvincente, ma mai così rumoroso da far stordire una Lazio mai doma. «È una vittoria importante perché gli scudetti si vincono con le piccole», dirà, a fine gara, il capitano giallorosso ferito da una caviglia fuori posto e, ieri, in tribuna. Parole, quelle di Totti, che stonano in capo ad una sfida che ha lasciato sul campo due squadre stremate e piene di rimpianti. Infatti Zauri ci resta male e ribatte: «Ancora una volta Totti ha dimostrato di avere poca intelligenza».

Il ritmo è dai toni alti fin dall’avvio. La Lazio occupa la metà campo giallorossa con un disegno tattico inedito: Manfredini si inventa esterno, a Ledesma spetta il compito di dirigere il traffico, Mudingayi fa la diga e Mutarelli si posiziona dietro al tandem Pandev-Rocchi. Spalletti risponde con la stessa formazione che ha sbancato San Siro, unica eccezione la panchina per Cicinho e una maglia da titolare per Panucci. Là davanti c’è Vucinic, Perrotta in aiuto, Mancini e Tonetto sulle corsie. Non passano nemmeno venti secondi e la palla finisce già nell’area giallorossa con Rocchi che centra i cartelloni pubblicitari su invito del baby De Silvestri.

L’Olimpico si accende, la sfida si annuncia esplosiva. Lo spettacolo decolla così come il taccuino degli episodi con continui capovolgimenti di fronte. Il copione sembra scriverlo la Lazio: prima De Silvestri fa gridare al rigore, ma il contatto con Cassetti è fuori area, poi Mutarelli fa venire i brividi a Doni con un colpo di testa. La Roma appare senza idee e con il motore ingolfato così il colpo del vantaggio biancoceleste si mette in coda ad un avvio con i laziali protagonisti. Il lancio è di Pandev, Mexes è fuori posizione, Rocchi ringrazia e beffa il portiere giallorosso con un preciso (e potente) diagonale.

Si riparte e l’effetto da ko risveglia la Roma con Vucinic destinato ad uscire dalla scena quando si divora l’occasione più facile che potrebbe capitare sui piedi di un attaccante per rientrarvi poi nell’azione che lo porterà all’acuto che vale il pareggio. Cominciando dal repertorio da cancellare, imperdonabile è l’amnesia del montenegrino che centra i guantoni di Ballotta quando aveva davanti i sette metri della porta laziale. Un orrore che finisce in gloria tre minuti più tardi quando Vucinic accompagna in fondo alla rete un velenoso pallone servitogli da Mancini. La notte dell’Olimpico torna in parità, la partita resta aperta e con il pieno di emozioni. Ci prova ancora la Lazio con Pandev che consegna fra le mani di Doni un delizioso invito di Zauri, ma a tre minuti dal sipario del primo tempo arriva la svolta che deciderà la contesa. Mancini si inventa un duetto con Mexes e chiude il dialogo con una saetta sotto l’incrocio. La Roma mette la freccia, la Lazio alza bandiera bianca.

La seconda parte della sfida vive sulla voglia giallorossa di chiudere i conti approfittando delle improvvise paure laziali. Così, Perrotta sale in cattedra superando Ballotta con un pallonetto spinto, poi, in rete. Il popolo della Roma è in festa, gli sfottò prendono in ostaggio Lotito, patron biancoceleste. Delio Rossi tentenna, poi azzecca i cambi e la Lazio riparte: è di Ledesma la magia su punizione che riapre la partita. Il finale vede Rocchi e soci all’assalto, ma la retroguardia di Spalletti non sbanda. Il derby lo vince la Roma, ma non lo perde la Lazio, decimata, ma sempre in partita. Totti guarda allo scudetto, le statistiche gli girano contro: 6 le stracittadine saltate, 0 le sconfitte dei suoi compagni.

Fonte: la Stampa.it